La prima stagione di scavo condotta sul sito di Carlappiano (Piombino) ha consentito di acquisire importanti informazioni riguardo alla morfologia di questo luogo singolare, originariamente posto in estrema prossimità delle acque interne e salmastre del lago di Piombino, a ridosso della foce di San Martino. In questo punto la lettura delle foto aeree aveva localizzato la convergenza di più segni di antichi paleoalvei legati al corso della vicina Corniaccia. Essi disegnano una intricata geometria al centro della quale si colloca la località scelta per gli approfondimenti di scavo. Sul sito, preliminarmente alle indagini, sono state condotte attività di diagnostica (magnetometria e pXRF), oltre ad un accurato survey archeologico, finalizzato alla raccolta dei numerosi materiali visibili sul terreno.
I saggi di scavo hanno interessato alcuni dei punti chiave individuati dalle attività diagnostiche. Essi hanno confermato in diversi punti la presenza di paleoalvei, in alcuni casi molto profondi; il rinvenimento di frammenti laterizi e resti ossei testimonia l’antropizzazione del luogo nonchè l’uso dei canali/fossati (Area 1000). Questi ultimi si snodano in un paesaggio di dune alternate ad aree umide, sulle quali si sono accumulati spessi strati di argille. Sulle antiche aree asciutte lo scavo ha messo in luce la presenza di resti di murature e di opere di drenaggio; una lunga canalizzazione orientata N/S si dirigeva dalla duna verso la costa (Area 2000) (Fig.1), e resti di perimetrali relativi ad una probabile abitazione caratterizzano le quote più elevate della duna (Area 3000) (Fig.2).
I numerosi materiali ceramici rinvenuti, oltre ai resti di pasto, collocano la maggior parte di queste attività nel pieno XIII secolo, quando l’area era sottoposta al controllo di Pisa. La presenza di numerose ceramiche di epoca anteriore (VII-XII secolo), rinvenute in giacitura secondaria, non è stata invece sino a questo momento collegata ad evidenze stratigrafiche, che riteniamo possano essere localizzate in altre zone dell’ampio perimetro disegnato dai fossati, esteso per circa 4 ettari (Fig.3).