Le analisi archeometriche eseguite sulle monete oggetto del campionamento all’interno del progetto nEU-Med sono quasi giunte a termine. La grande mole di dati, sta fornendo elementi utili a dipanare certi interrogativi di tipo storico-numismatico, ed in particolar modo l’utilizzo di tecniche analitiche diverse ci permette di studiare il manufatto in modo completo; si può quindi rispondere ai quesiti riguardo la provenienza del metallo, aggiungere e affinare i dati sulla tecnologia produttiva e i fenomeni di alterazione.
La lettura dei dataset relativi a gruppi tipologici precisi, nonché, in alcuni casi, a contesti di rinvenimeto particolari, ci consentirà di suggerire quadri interpretativi nuovi e proposte di lettura diverse, soprattutto di carattere metodologico. Quando ci accostiamo, infatti, ad analizzare con le recenti tecniche archeometriche reperti come le monete, che già presentano criticità di natura tecnologica nonché intrinseca, riteniamo che i risultati più attendibili siano quelli ottenuti con il confronto e l’incrocio di sperimentazioni e tecniche d’indagine.
Tutto il campionamento, costituito da un totale di 186 monete (182 denari in argento e mistura, dall’ VIII al XIV secolo, e 4 grossi tra XIII e XIV secolo) è stato scelto e organizzato secondo precise seriazioni tipologiche, sia nei tipi noti, sia per quelli oggetto di più precisa attribuzione, e totalmente sottoposto ad analisi p-XRF (Fig.1), senza dubbio una delle tecniche pìù agili e non distruttive disponibili attualmente. Pur nella consapevolezza che la tecnica restituisca un dato superficiale, siamo tuttavia convinti che una vasta campagna di analisi, con un numero statisticamente elevato di esemplari analizzati per ogni seriazione, fornisca un dato macroscopico importante e dia elementi di tipo qualitativo utili per approfondire le tecniche di produzione.
I risultati delle analisi pXRF ci hanno consentito di selezionare alcuni esemplari sui quali effettuare analisi ancora più dettagliate come, per esempio, quelle in microscopia elettronica SEM-EDS eseguite presso il Centro di Microscopia Elettronica e Microanalisi (M.E.M.A) dell’Università di Firenze (Fig.2).
Queste ultime analisi ci permetteranno di confrontare la composizione chimica ottenuta mediante tecniche superficiali (pXRF), e quindi i tenori dei metalli monetali principali come Ag e Cu, con il titolo effettivo misurato in tutta la sezione del manufatto. Si può inoltre verificare l’esistenza di possibili livelli di arricchimento superficiale in Ag, valutare lo stato di conservazione del manufatto e mediante l’analisi tessiturale, ottenere importanti informazioni riguardo la tecnologia produttiva.
L’ ultima fase della task numismatica riguarderà l’applicazione dell’archeologia sperimentale anche in campo numismatico: grazie alla collaborazione con il Dott. Alessandro Pacini, esperto archeometallurgo, procederemo alla riproduzione di varie leghe Ag-Cu, secondo le medie delle percentuali rilevate nelle varie seriazioni monetali. Lo scopo è quello di riprodurre, seguendo quanto è noto in bibliografia, quello che ci suggeriscono i trattati di metallurgia antica e in ultimo i recenti studi scientifici, tondelli analoghi per morfologia (dimensioni e peso) e composizione, a quelle studiate (Fig.3).
Tutti i materiali da quelli di partenza, ai semi-prodotti (lingotti) fino alle repliche moderne, saranno sezionati e analizzati con varie metodiche analitiche (in particolare p-XRF e SE-EDS) per valutare da un lato l’ accuratezza e la ripetibilità dei diversi metodi di analisi e dall’altro per investigare in dettaglio le tessiture interne dei metalli risultato delle tecniche produttive impiegate.