Le indagini archeometriche su campioni selezionati hanno permesso una caratterizzazione preliminare delle vetrine, con particolare riferimento alle loro caratteristiche chimico-fisiche e tessiturali. Le indagini hanno permesso di individuare le principali caratteristiche delle vetrine, definirne l’eventuale omogeneità composizionale e tecnologica e verificarne la continuità con altri campioni dallo stesso sito precedentemente studiati da Fortina et alii (Fortina 2008).
Le caratteristiche tessiturali e chimiche delle vetrine sono state investigate tramite microscopia ottica con luce polarizzata per definirne il colore, lo spessore medio, la compattezza e la presenza di bolle e discontinuità. La microscopia elettronica a scansione con microanalisi (o Scanning-Electron microscopy, SEM-EDS) ha invece permesso prima di tutto un’analisi morfologica ad alta risoluzione delle vetrine, consentendo di definire lo stato di conservazione della vetrina, di osservare le caratteristiche dell’interfaccia fra vetrina e corpo ceramico e di studiare la presenza e l’entità di relitti o fasi di neo-formazione (Fig.1).
Inoltre, grazie alla possibilità di effettuare microanalisi (puntuali, su aree selezionate o in base a profili di linea), è stato possibile ottenere informazioni sulla composizione chimica della vetrina, degli strati di alterazione e delle fasi di neo-formazione. Per le indagini con SEM-EDS è stato impiegato un microscopio SEM Philips XL30 equipaggiato con uno spettrometro a dispersione di energia (EDS) EDAX DX4 (Fig.2).