Nuovi dati sui resti faunistici provenienti dal sito di Vetricella

Lo studio e l’analisi dei resti faunistici provenienti dal sito archeologico di Vetricella sono attualmente in corso. La maggior parte dell’identificazione anatomica e tassonomica dei resti è effettuata presso il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Siena, dove è  presente una collezione osteologica di confronto, comprendente sia specie selvatiche che domestiche, per lo più riguardanti classi animali di macro mammiferi ed uccelli. Tuttavia, per alcuni dei resti animali studiati, è stata fondamentale la consultazione dell’ampia collezione osteologica animale del Dipartimento di Archeologia di Sheffield (Inghilterra) e la regolare consultazione di manuali come Schmid (1972) e Barone (1976), quest’ultimo utile soprattutto per l’identificazione di animali domestici.

Il buono stato di conservazione dei resti faunistici oggetto di indagine ben si adatta al metodo di studio chiamato “identificazione per zone diagnostiche”. L’applicazione di questa metodologia si basa su una serie di presupposti teorici legati al fatto che il materiale osseo ritrovato nei contesti archeologici risulta solitamente frammentato poiché, nella maggior parte dei casi, è il risultato di scarti alimentari. Le zone diagnostiche, che rappresentano alcune parti distintive di ogni elemento anatomico, sono state scelte sia in base al grado di probabilità di conservarsi in buone condizioni (quindi di reperibilità in uno scavo), sia in base alla facilità di distinzione tra specie. L’individuazione di tali parametri d’indagine consente di utilizzare criteri di analisi uniformi e codificati che rendono confrontabili i dati provenienti da contesti diversi. Oltre a ciò, è necessario affermare che tale metodologia elabora una divisione tra i reperti contabili, identificabili con le zone diagnostiche, e quelli non contabili. Quest’ultimi, anche se riconosciuti anatomicamente e tassonomicamente, non verranno inseriti nelle analisi quantitative del campione zooarcheologico, ma serviranno solo a fornire dati qualitativi (es. presenza di una specie rara, presenza di tracce di macellazione particolari, ecc.).

Al momento, sono stati registrati 500 frammenti, numero che include sia le ossa che i denti. Tali resti non sono stati ancora suddivisi per fasi cronologiche e la distinzione verrà effettuata una volta che il processo di registrazione di tutti i resti animali sarà portato a conclusione. Dunque, i dati riportati di seguito, sono da considerarsi preliminari e risulta quindi necessario un alto livello di cautela interpretativa.

Considerando i 500 resti registrati, la specie maggiormente rappresentata nel sito è il maiale. Lo stadio di fusione delle epifisi delle ossa post-craniali relative a questa specie, ci informa sulla presenza di individui sub-adulti, ma anche di individui molto giovani (neonatali). Sono presenti anche alcuni resti di feti. Oltre al maiale, è presente anche il bue (con una percentuale nettamente inferiore); la maggior parte delle ossa post-craniali si riferiscono ad individui molto vecchi, impiegati probabilmente per lavori agricoli. Scarsissima la presenza di caprini. Tra le specie selvatiche sono stati registrati alcuni resti appartenenti al cervo (Fig.1-2). Non è da escludere la presenza del cinghiale, vista l’alta percentuale di ossa e denti relativi a Sus sp. Le future analisi biometriche ci forniranno ulteriori ragguagli sulla presenza delle specie selvatiche nel sito.

 

(Fig.1) Falange di Cervide (Cervus Elaphus)
(Fig.2) Frammento di corno di pecora (Ovis aries)

 

 

 

 

 

 

 

 

Durante i prossimi mesi verrà conclusa la registrazione di tutti i resti faunistici e, in seguito, saranno effettuate analisi zooarcheologiche che prevedono:

  • analisi dello stato di conservazione della superficie ossea
  • il metodo di recupero dei resti durante lo scavo
  • la quantità di specie animali presenti
  • analisi sull’età e sesso delle specie animali presenti
  • distribuzione delle carcasse animali nel sito
  • analisi biometriche